GLI ARCHIVI
DELLA FONDAZIONE

I primi lavori di raccolta e organizzazione della documentazione sono iniziati a cavallo tra gli anni Novanta e gli anni Duemila, per esigenze legate alla realizzazione delle mostre. Con il tempo, grazie al confronto e agli stimoli ricevuti da collaboratori ed altre istituzioni, la Fondazione Renzo Piano ha iniziato a impostare un preciso programma di lavoro dedicato alla conservazione degli archivi.  

La documentazione racchiude la memoria dell’attività professionale di Renzo Piano e dei suoi collaboratori a partire dai primi progetti degli anni Sessanta. Attraverso lo studio di schizzi, disegni, modelli, documentazione fotografica e carteggi è possibile ripercorrere non solo la storia dei singoli progetti, ma anche il metodo di lavoro del Renzo Piano Building Workshop.  

Gli archivi sono costituiti dal fondo principale relativo ai progetti degli anni 1960 -1999 e dai fondi dei progetti chiusi entro l’anno 2015 che sono stati dati in gestione alla Fondazione dagli Studi RPBW. 

Attualmente, considerando tutto questo materiale, si possono contare più di 5.000 modelli e plastici, circa 100.000 schizzi e disegni a mano, oltre 1.500 mt lineari di documentazione e oltre 12 terabyte di documentazione digitale registrata in archivio. Con il censimento del fondo fotografico sono stati stimati circa 500.000 supporti tradizionali (diapositive, lastre, stampe, rullini, negativi) relativi al Fondo Progetti 1960-1999.  

È presente anche materiale multimediale prodotto e raccolto da Renzo Piano e dai suoi collaboratori nel corso degli anni di lavoro dello studio.

I numeri sono in continua evoluzione di pari passo con i lavori di raccolta, censimento e inventariazione. 

Il personale della Fondazione non si occupa solo di conservare il passato, ma collabora con il Renzo Piano Building Workshop per raccogliere, archiviare e conservare  anche il materiale dei progetti in corso per poterlo rendere fruibile agli stessi architetti e ai collaboratori degli Studi.

Questa sinergia permette di raccogliere informazioni e organizzare la documentazione quasi in tempo reale, mantenendo così unitarietà e rendendo gli stessi architetti parte attiva ed essenziale del processo.

L'ARCHIVIO MULTIMEDIALE

L’archivio multimediale, tuttora oggetto di un processo di riordinamento, comprende circa 1200 supporti fisici (dvd, videocassette formato u-matic, vhs, hdcam, “pizze”), e consta di interviste, registrazioni dei lavori di cantiere e presentazioni, oltre che di interventi a convegni o in programmi televisivi, che seguono un arco temporale che parte dalla fine degli anni Settanta per arrivare agli anni Duemila. È costituito da una raccolta video e da un fondo “storico” formato dal materiale conservato o prodotto dalla CINE.M.A., società creata da Magda Arduino negli anni Settanta che, in modo autonomo o in collaborazione con altri enti (come il Comune di Genova, la Rai o Cinefiat, la casa di produzione cinematografica dell’azienda automobilistica FIAT), si occupava della produzione di video dedicati, in primis, ai progetti dello studio stesso.

È stato effettuato negli ultimi anni anche il trasferimento sul server in formato digitale di molti video attualmente su supporto fisico.

 

Facendo parte di un archivio vivo, in perenne evoluzione, anche l’archivio multimediale è destinato a crescere, offrendosi come testimone importante del lavoro dello studio e della Fondazione.

ACCESSO AGLI ARCHIVI

Trattandosi di un “archivio vivo”, la  documentazione viene archiviata e inventariata costantemente e non tutti i fondi sono accessibili. Il materiale disponibile alla consultazione viene caricato sul sito internet della Fondazione, nella sezione Archivia - Progetti. I documenti pubblicati sono disponibili per studio e ricerca personale. Richieste specifiche vanno indirizzate a contact@fondazionerenzopiano.org, specificando nell’oggetto “Richiesta di documentazione”.

L’accesso diretto agli archivi è gratuito e riservato a studiosi e ricercatori, previa accettazione della richiesta da parte della Direzione. Per ottenere tale autorizzazione lo studioso deve inviare una richiesta a contact@fondazionerenzopiano.org, specificando l'oggetto della ricerca e le sue finalità, allegando una lettera di presentazione dell’Università o dell’istituzione di provenienza.

Il nucleo della documentazione relativa ai primi anni di attività di Renzo Piano è stato oggetto di una specifica campagna di riordino ed inventariazione, ed è stato studiato e pubblicato da L. Ciccarelli nel suo libro “Renzo Piano prima di Renzo Piano”, Quodlibet –Fondazione Renzo Piano, 2017.

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